INDIANI D'AMERICA NATIVI AMERICANI
Nonostante la storia degli indigeni d'America sia il punto focale di quella americana, ancora oggi molti sono poco informati su questa materia, infatti, i sistemi scolastici americani e canadesi danno solo piccoli cenni di questa ricca ed interessante cultura rappresentata dall'eredità indiana.
Mettendo a fuoco una razza speciale come tema centrale, è necessario considerare l'intero arco di storia umana, dalla preistoria ai giorni nostri. Si tratta, anche in questo caso, di centinaia di tribù diverse, sia esistenti sia estinte, ognuna con una sua storia, popolazione (stirpe) e cultura.
Gli studi sugli indiani comprendono vari settori della storia, dell'archeologia, dell'etnologia, della sociologia, della geografia, della politica, della religione, della glottologia, ecc.
Se oggi siamo qui a parlare di usi, costumi, tradizioni, riti, culti religiosi della cultura indiana è grazie a studiosi, autori e cartografi precedenti, uomini come Powell, Hodge, Kroeber, Swanton, Collier, Josephy, Driver e Highwater, che hanno dedicato la loro vita alla ricerca e alla salvaguardia della storia e della cultura degli indigeni americani.
Durante il lungo corso dei secoli, dopo la migrazione di uomini verso il Nuovo Mondo e fino alla fine dell'epoca glaciale, all'incirca nell'8.000 a.C, e per un periodo successivo, il principale modo di vivere era costituito dalla caccia alla grossa selvaggina. La maggior parte dei cacciatori nomadi si vestivano di pelli e pellicce e si rifugiavano in caverne, sotto sporgenze e in capanne di rami ed erano soliti inseguire la selvaggina pleistocenica: lanuginosi mammut, mastodonti, tigri dai denti a sciabola, leoni americani, cammelli, bisonti dalle grossa corna, orsi dal muso corto, lupi feroci, castori giganti, armadilli giganti, tapiri dal muso curvo, buoi muschiati, cavalli selvatici, oltre ad alcuni mammiferi più piccoli. Gli antropologi hanno appreso quanto conoscono dei primi indiani in base agli scheletri e ai manufatti trovati nei luoghi da loro abitati e nei posti di caccia.
Dopo il 25.000 a.C apparvero tra gli indiani paleolitici nuove tecnologie. Venivano usate pietre malleabili, specialmente pietra focaia, selce ed ossidiana, per fare attrezzi funzionali, come raschini, asce e punte per le lance, particolarmente importanti per la caccia. Le fasi paleo-indiane si distinguono per il tipo di punta della lancia che porta solitamente il nome dell'area dove fu rinvenuta la prima volta. Le fasi principali sono: Sandia, Clovis, Folsom e Plano. Il fatto che tali punte non siano state ritrovate sul lato asiatico dello stretto di Bering indica che l'evoluzione tecnologica che lo riguarda, avvenne nel Nuovo Mondo.
Durante il ritiro definitivo dei ghiacciai settentrionali tra i 9.000 e i 5.000 anni a.C, molti dei grandi mammiferi, dai quali dipendeva il sostentamento dei paleo-indiani, scomparvero, prima nelle latitudini più basse, poi anche nel Nord. Questo esempio di estinzione della grossa selvaggina è uno dei grandi misteri del periodo paleolitico e ci sono varie teorie per cercare una spiegazione. Probabilmente la causa fu un cambiamento climatico. I ghiacciai, sciogliendosi, crearono per tutto il continente un alto tasso di umidità con una vegetazione lussureggiante, fiumi, laghi e paludi abbondanti.
Nel corso dei secoli il clima si era riscaldato e l'ambiente si era inaridito causando gradatamente variazioni stagionali e regionali che forse avevano reso sempre più difficile la vita degli animali. Comunque i grandi mammiferi erano sopravvissuti altri cambiamenti climatici e a periodi interglaciali precedenti. Forse questa volta la differenza consisteva nella presenza di un nuovo super predatore: l'uomo, con le sue punte di pietra affilate, la sua astuzia e la sua organizzazione.
Gli uomini cercavano cibo e rifugio; si sforzavano di elaborare nuove tecnologie; erano fieri del loro lavoro; sognavano ed agivano, e sopravvissero. I primi indiani si adattarono. Nel corso dei secoli il clima, la flora e la fauna si sono evoluti, dall'epoca glaciale attraverso l'epoca di spartiacque post-glaciale, fino alle nuove configurazioni delle regioni. Generazione dopo generazione, gli indiani gradualmente allargavano la loro base di vita e inventavano nuove tecnologie.
Con i progressi culturali arriva la diversificazione: gli indiani nelle diverse zone del continente progredivano in modi diversi. In termini archeologici, ciò significa che ogni regione ha la sua propria sequenza culturale e le sue categorie (culture, periodi, fasi, tradizioni, ecc.), infatti, ogni zona archeologica ha il proprio sistema di classificazione, e ciò rende lo studio della preistoria indiana ancora più difficile.
Tuttavia per esprimere i gradi di sviluppo occorrono altri termini. Nell'America centrale, per esempio, dove gli indiani raggiunsero il grado più alto di vita organizzata, in quanto costruirono delle città, viene usato il termine "classico", riferito ad un culmine culturale che comporta suddivisioni come "preclassico" e "postclassico".
Un altro termine ancora, che si riferisce al culmine di una cultura, quello dell' "epoca aurea", viene a volte usato per le culture avanzate del Nord del Messico, come quella degli Anasazi, Hohokam e Mogollon del Sud-Ovest o dei "Mound Builders" dell'Est.. Deve essere ricordata anche un'altra classificazione culturale. Alcuni studiosi usano il termine "meso indiano" invece di "formativo" o "pre-classico" per distinguere il periodo in cui venne introdotta l'agricoltura nella Mesoamerica (tra il 7.000 e il 5.000 a.C.) dalla cultura arcaica di altri luoghi sul continente.
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