Piramide polo artico news
Un nuovo ritrovamento sotto il Polo Sud sta mettendo in dubbio ciò che sappiamo della storia, infatti delle piramidi sono state trovate nell'artico, si cercano al momento spiegazioni della cosa.
Dopo il ritrovamento di una piramide al di sotto del mare nel Triangolo delle Bermuda, è giunta notizia del ritrovamento anche di una costruzione piramidale al di sotto dei ghiacci del Polo Sud, generando stupore e incredulità nel mondo dei misteri e le anomalie. Per alcuni, la foto che riportiamo anche nel nostro scritto, sarebbe una prova inequivocabile del fatto che, sotto la coltre di ghiacci antichi, si nasconderebbero delle piramidi che stanno riemergendo dopo chissà quanti milioni di anni.
Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che si tratti solamente di montagne aventi la forma piramidale, cosa strana e inusuale anche se non impossibile, poiché le forme perfettamente squadrate non appartengono alla natura, solitamente indicano invece delle costruzioni umane o erette da una forma di vita intelligente, ma secondo Barberio, si tratterebbe proprio di costruzioni antichissime.
Dalle immagini arrivate al pubblico sembra che le ipotetiche costruzioni piramidali possano essere due o tre, messe in filacon una configurazione simile a quella della Piana di Giza, anche se sono coperti parzialmente di neve, è difficile constatare senza ombra di dubbio se si tratti veramente di costruzioni o solo di montagne dall'aspetto "strano", ma se di costruzioni si trattasse sarebbe la scoperta più grande della storia riconosciuta dell'essere umano poiché porterebbe a retrodatare la nascita della tecnologia umana di diversi centinaia di migliaia se non milioni di anni.
Come riportano alcuni studi fatti inerenti la climatologia antartica, il Polo Sud era completamente libero dai ghiacci e godeva di un clima mite che poteva sostenere senza problemi la vita umana e animale, ma la cosa che potrebbe veramente autenticare la storia antica in special modo quella inerente Atlantide, sarebbe proprio il ritrovamento di edifici tecnologicamente avanzati in una zona che si pensava non avesse accolto una civiltà umana intelligente nel suo passato, idea che fu sostenuta dai nazisti della seconda guerra mondiale, tanto che nel 1938 essi organizzarono una spedizione al Polo Sud per individuare il continente perduto.
E' suggestivo il fatto che alcuni dati sembrano tutti convergere nello stesso punto di arrivo:
1) La scienza non esclude che in passato l'Antartide possa essere stato un luogo dal clima temperato, infatti secondo uno studio pubblicato su Nature, di cui dà conto il sito web della Bbc, circa 53 milioni di anni fa sulle coste dell'Antartide cresceva una rigogliosa vegetazione tipicamente tropicale, a provarlo sono i resti di pollini e spore recuperati dagli autori della ricerca nel corso di trivellazioni sul posto. Lo studio indica anche che in quell'epoca geologica in Antartide le temperature superavano i 10 gradi, mentre in estate potevano raggiungere i 25 gradi. Il motivo di tale innalzamento delle temperature non è stato ancora del tutto identificato, probabilmente si è trattato di un'azione congiunta di vari fattori, innescata da potenti eruzioni vulcaniche e dalla diversa circolazione delle correnti oceaniche. La teoria dello Slittamento Polare è l'ipotesi secondo la quale gli assi di rotazione di un pianeta non sono sempre stati nella stessa posizione di quella attuale o che non vi rimarranno in futuro; in altre parole che i poli fisici di un pianeta si sono, o saranno, spostati. Questo fenomeno è quasi sempre legata al contesto della Terra, ma anche altri corpi del Sistema Solare potrebbero aver avuto esperienze di una riorientazione assiale durante la loro esistenza. Gli effetti di uno slittamento influiscono sui principali cambiamenti climatici della maggior parte della Terra, come aree che prima formavano la zona equatoriale possono divenire più miti, e aree che prima avevano un clima più temperato possono invece divenire regioni o più equatoriali o più artiche.
2) Secondo uno studio dei ricercatori della scuola politecnica federale di Losanna pubblicato sulla rivista "Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology", l'ultima era glaciale si sarebbe conclusa circa 14.500 anni fa. Lo studio rivela che l’Europa si sarebbe riscaldata di 5 gradi centigradi e che lo scioglimento dei ghiacciai avrebbe liberato in atmosfera ossido di azoto, accelerando a sua volta il processo. I ricercatori affermano che la maggior parte della sostanza sarebbe stata sprigionata dalle piante che cominciavano a prosperare proprio nelle aree appena riscaldate. Uno slittamento polare avvenuto 14.500 anni fa, avrebbe potuto spedire l'Antartico nell'attuale posizione polare, generando un repentino congelamento di tutto ciò che vi era sopra? L'unica cosa certa è che questa transizione è avvenuta in coincidenza di una delle solite crisi inspiegate, tanto grave da costituire lo spartiacque fra due ere geologiche, il Pleistocene e l'Olocene. L'era pleistocenica giunge al suo termine, segnato da un imponente risveglio dell'attività vulcanica, da terremoti spaventosi, testimoniati dal crollo delle volte nella maggior parte delle caverne del mondo, e da immani alluvioni, che travolgono milioni di animali. In tutto il mondo ci sono testimonianze di ecatombi agghiaccianti.
Come spiegare questa transizione traumatica? Le teorie che cercano di spiegare la causa di uno slittamento polare sono molteplici, ma potrebbero essere spiegate con un asteroide o una cometa velocissimi che colpiscono la Terra con un tale angolo di impatto che la litosfera si muove indipendentemente dal mantello terrestre, oppure l'impatto avrebbe potuto spostare gli assi dell'intero pianeta;un altra ipotesi potrebbe parlare di un oggetto celeste di magnetismo insolito che passa sufficientemente vicino alla Terra da riorientare temporaneamente il campo magnetico, che allora trascina la litosfera verso un nuovo asse di rotazione. Eventualmente il campo magnetico del sole ridetermina di nuovo quello originario della Terra, una volta che il corpo celeste ritorna a una distanza dalla quale non è più in grado di influenzare la Terra. Altre ipotesi inerenti l'argomento trattano di perturbazioni della topografia dello strato di confine tra nucleo e mantello o dalla ridistribuzione della massa nel mantello a causa di valanghe di mantello o altre deformazioni.
3) Un team internazionale di ricercatori composto da 18 membri ha scoperto nuove prove a supporto della teoria di un impatto extraterrestre avvenuto tra i 13 mila e i 14 mila anni fa. Le loro prove si basano su del materiale trovato in un sottile strato di roccia sedimentaria in Pennsylvania e Carolina del Sud negli Stati Uniti e in Siria. Questo materiale si distingue poiché al momento della sua creazione esso si può essere formato solo a temperature tra 1700 e 2200 gradi Celsius e come risultato dell'impatto di un corpo cosmico sulla Terra.
4) Un ulteriore studio dimostrerebbe che intorno a 13 mila anni fa, la Terra fu colpita da un intenso bombardamento di corpi celesti. Sulla superficie della Luna sono molto evidenti, mentre sulla Terra occorrono studi appropriati per portarli alla luce. Sono i crateri da impatto, segni evidenti della pioggia di oggetti provenienti dallo spazio. Una fitta polvere di diamanti è stata ritrovata nei sedimenti presso sei diversi siti archeologici nordamericani. Le particelle di dimensioni nanoscopiche avrebbero avuto origine da uno sciame di comete o da piccoli asteroidi precipitati sulla Terra quasi tredicimila anni fa. In un impatto che forse portò i mammuth all'estinzione. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori guidati dall'archeologo Douglas Kennett dell’Università dell’Oregon, che ha pubblicato le proprie analisi su Science.
5) Secondo la Teoria della Correlazione di Robert Bauval e Adrian Gilbert, la costruzione delle Piramidi di Giza sarebbe avvenuta in un periodo anteriore al 10.500 a.C. - 12.500 anni fa -, motivando questa retrodatazione con la correlazione tra la tra la posizione delle principali tre piramidi della necropoli di Giza e le tre stelle centrali della costellazione di Orione, e che questa correlazione fu volontariamente creata da chi costruì le piramidi. Il riferimento alla data di 12.500 anni fa è significativo per Hancock, dato che la posizione delle piramidi indicherebbe il momento preciso in cui una civiltà avanzata precedente alla nostra ha visto il suo tramonto a causa di un cataclisma globale.
Insomma una nuova serie di teorie tutte da verificare ma comunque oltre che affascinanti anche supportate già ora da un certo numero di prove tangibili, innescherà, noi ne siamo sicuri, calde discussioni tra gli appassionati ma anche tra i ricercatori interessati al ritrovamento, speriamo solo che la verità possa venire a galla una volta tanto senza dovere aspettare altri millenni.