Il gioco della Vita e della Morte
Ciò che non si conosce ci spaventa
Da quando l'essere umano esiste su questo pianeta, è sempre stato affascinato e, allo stesso tempo, terrorizzato, dalla venuta al mondo di un nuovo essere e dal momento del trapasso, perché erano e rimangono avvenimenti che pochi, o nessuno, conosce, e da sempre ciò che non si conosce, spaventa. Dalla cultura e dagli insegnamenti iniziatici, dei centri di addestramento degli occultisti di ogni luogo, e di ogni tempo, ci sono pervenute notizie su quanto sia stato sperimentato da essi nei millenni, e che alcuni ricercatori moderni, hanno cercato di sperimentare in prima persona, con gli stati indotti di morte, questo per avere prove documentate e scientifiche, di conoscenze che da sempre albergano nel mondo dell'aldilà.
Una delle prove iniziatiche di alto livello, che ogni adepto doveva affrontare e superare, senza riceverne danno, era appunto un rituale svolto in una maniera ben precisa, atto a ricostruire il momento della morte, questo per permettere all'adepto di sperimentarne i contenuti in forma attiva, e non passiva come normalmente succede, così da ricevere insegnamenti diretti, e rinascere come un uomo nuovo, diverso, per certi aspetti, superiore. Se vogliamo ricollegarci alle teorie filosofiche ed iniziatiche, il nostro mondo e l'universo che ci ospitano, sono stati creati da una energia che chiamiamo Dio, ma che ha molti nomi, che descrivono solo aspetti separati dell'Essere-Creatore senza però risultare esatti nella loro completezza, possiamo rilevare che, ogni tradizione appartenente ad ogni cultura a livello mondiale, spiega gli avvenimenti della creazione alla stessa maniera, seppure con parole diverse, collegate alla cultura e al modo di esprimersi del popolo che le ha enunciate.
Se vogliamo essere semplici nell'esporre tali teorie, pur conservando una certa incompletezza descrittiva, poiché sarebbe difficile spiegare verità così alte a persone che non hanno certe conoscenze basilari collegate all'argomento, e non appartengono alla cerchia degli iniziati, potremmo descrivere in maniera superficiale il processo di incarnazione (che letteralmente significa entrare nella carne), con una descrizione del processo evolutivo del feto nella madre, partendo a livello energetico, e collegandolo alla formazione del corpo.
Quando due persone compiono l'accoppiamento, perché di questo si tratta nella maggior parte dei casi, e non di vera unione fatta di reale Amore, con la A maiuscola, le energie dei due, si uniscono per dare il via alla unione della materia dei contrari (ovulo e spermatozoo): il processo è automatico, ma può essere ostacolato da pensieri problematici, collegati ai due amanti (vedi ad esempio, quando una donna vuole un figlio a tutti i costi e tutto sembra andare contro i suoi desideri, questo perché lo desidera talmente tanto da ostacolare inconsciamente l'atto generativo dell'essere).
Dopo l'unione delle due matrici fisico-eteriche, l'ovulo fecondato, si divide in due per mitosi, o poi il processo continua per raddoppio (da due si passa a quattro, da quattro a otto, eccetera), e la cosa avviene alla stessa maniera anche a livello energetico, descrivendo l'atto generativo creativo Divino, così some avvenne all'inizio dei tempi: arrivati ad un certo punto di crescita del feto, si instaura un incremento energetico che da il via alla rotazione del settimo chakra, quello della corona, che consente allo spirito del futuro nascituro, di connettersi al corpo che poi diverrà suo, con la creazione del cordone argenteo che, in tutti gli indirizzi esoterici viene definito come il contatto che il corpo astrale ha con il corpo fisico: questo primo cordone si chiama Antakarana, ed è anche il cordone energetico che ci collega al Divino.
Da qui si da il via alla generazione degli altri chakras, che consentiranno al nascituro di far crescere nella maniera più opportuna il suo futuro corpo fisico, fino ad arrivare all'ultimo chakra, che in verità è il primo nella successione nella quale si studiano le energie alte, detto "radice", che lo stabilizzerà rendendolo in grado di manifestarsi nella realtà che tutti conosciamo. A questo punto, il corpo fisico, ha finito di generarsi, ma deve concentrarsi nella propria crescita, così viene amplificato l'afflusso di energia Divina nei vari chakras, per consentirne lo sviluppo: ecco che il corpo fisico, riceve un input dalle energie generatrici, che lo guidano verso il completamento dell'operazione, fino ad arrivare alla nascita vera e propria, in questa realtà, con la venuta al mondo mediante il parto così come noi lo conosciamo.
Da quando il nuovo essere viene al mondo fino a un'età approssimativa di circa 12 mesi, perché il tempo varia da persona a persona, il chakra base cerca di svilupparsi per dare stabilità all'essere, così che sia in grado di reggersi sulle sue gambe, facendo i primi passi, rendendolo sempre più cosciente del suo nuovo corpo fatto di carne, e facendolo sentire stabile e sereno nel carattere (questo perché i chakras influenzano tutto l'essere, quindi nel fisico, nella mente e nello spirito). Verso i 6 mesi, comincia lo sviluppo anche del secondo chakra, chiamato Svadhisthana, cioè sessuale, cominciando a mettere le basi per uno sviluppo equilibrato dell'emotività e delle parti fisiche deputate alla riproduzione.
Come potete vedere, il corpo si sviluppa con una precisione Divina, sempre che non venga bloccato o rallentato da avvenimenti traumatizzanti, sia interiori che fisici, come possono essere le violenze sessuali, psicologiche, gli incidenti o altro. Da questi si passa in successione agli altri chakras, quando ne viene il tempo per lo sviluppo, a date precise (in teoria), fino ad arrivare all'adulto come noi lo intendiamo: verso l'età della saggezza, o che dovrebbe essere collegata a tale attributo, cioè verso i 50 anni, l'essere comincia a spostare l'energia spirituale verso i chakras alti, quelli deputati alla ricerca spirituale, o della saggezza in generale, questo perché è iniziato il processo di preparazione al distacco dalla materia, così da preparare la persona al futuro distacco dal corpo, con l'avvento della morte fisica: naturalmente, le cose non vanno sempre così, basti vedere quelle persone che muoiono in incidenti, oppure assassinati, o simili, quindi il discorso qui dovrebbe diventare specifico, fatto ad personam, e qui non c'è lo spazio per farlo.
Se l'essere deve sperimentare la morte naturale, quella legata alla vecchiaia, la procedura di abbandono di questo mondo, seguirà il percorso inverso adottato per entrarvi: partendo dal chakra base o radice, si incomincerà a notare una chiusura della corona del chakra stesso, il cui nucleo sarà il solo a rimanere aperto, per consentire alla persona di continuare lo scambio energetico con le energie Divine, finché continuerà a vivere su questo mondo. Naturalmente, questa chiusura, si attuerà solo in prossimità dell'avvento della dipartita, mentre per il periodo precedente, la persona subirà solo un indebolimento del chakra stesso.
Nel periodo precedente la morte del soggetto, i chakras, andranno chiudendosi in successione dal base, su fino ad arrivare al chakra della gola, con ripercussioni sia a livello fisico della persona (con conseguente indebolimento della stessa) sia a livello mentale (presentando spesso i sintomi di debolezza generale nei pensieri e nella forza a esporli).
Pochi istanti prima del trapasso, fino anche a alcune ore prima, un buon sensitivo riuscirà a percepire la "rottura dei sigilli" dei chakras, che porteranno alla liberazione dello spirito, all'inizio della trasmigrazione dell'anima.
Ecco, questo è ciò che succede, descritto in poche righe, al momento del trapasso degli esseri viventi (con qualche differenza per gli animali, i quali mancano di alcuni chakras presenti solo negli esseri umani): spero di essere stato chiaro, anche se sono sicuro che certe concetti sono particolarmente ostici e l'argomento non è dei più semplici. La vita e la morte sono collegate, senza una non esiste l'altra, esse fanno parte della stessa medaglia che, ricordiamoci, ha due facce, opposte, distinte, ma coesistenti.