Luoghi misteriosi Inghilterra

luoghi misteriosi inglesiContinuiamoquesta nostra rassegna di luoghi misteriosi in giro per il mondo ora tocca all'Inghilterra con le sue principali attrazioni anche se non voglio certo ridurle a poche bensì riportarne alcune tra le maggiori

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Borley Rectory

Borley Rectory è una canonica situata nella regione dell'Essex abitata da tantissimi fantasmi tra i quali anche quello del primo parroco che vi arrivò, il reverendo Henry Bull, che ordinò la costruzione dell'edificio nel 1863: oltre a lui anche altri spettri come ad esempio quello di una suora e di una carrozza fantasma che si sentiva passare lungo il viale risiederebbero nel posto misterioso. Diversi personaggi che hanno albergato nell'edificio si sono lamentati della presenza di anime dannate, spettri e poltergeist come ad esempio l'anima di uno spettro di un prete che venne assassinato con un colpo alla testa con una spazzola forse mentre cercava di stuprare una giovane donna. In passato è anche avvenuto un misterioso incendio che distrusse la canonica in larga parte nel 1939, nella cantina venne anche trovata la testa appartenente a una donna di cui non si conosce l'identità anche se qualcuno avanza l'ipotesi che possa essere quella della suora in questione.

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Glastonbury


La collina di Glastonbury, o Glastonbury Tor, si staglia sulle spesso noiose pianure del Somerset Level costituisce in realtà il simbolo inconfondibile di uno dei luoghi più misteriosi presenti in Gran Bretagna infatti la località di Glastonbury è un luogo che possiede tradizioni, leggende, miti e fantastiche avventure appartenenti ai popoli che lo abitavano prima della venuta della religione cattolica che distrusse, come al suo solito, molte delle prove e informazioni esistenti di altre culture quindi ad oggi non si possono avere grandi certezze ma solo tante ipotesi riguardo all'origine degli oggetti che vi si trovano. Secondo la storia che è riuscita ad arrivare fino a noi Glastonbury era pressoché un’isoletta contorniata da paludi o acque alluvionali quando i primi cristiani vi arrivarono in un periodo della storia non ancora ben delineato anceh se si pensa sia avvenuto intorno al 705, anno in cui il re Ine costruì in quei luoghi un monastero che venne successivamente usato nel decimo secolo da pochi monaci benedettini. Ricerche archeologiche hanno riportato alla luce costruzioni precedenti costituite da pali e rami intrecciati, coperti di argilla e paglia, oltre a  molti edifici in pierta di periodi successivi di cui oggi sono riconoscibili solo i tracciati perimetrali. Permangono i resti dell’abazia principale eretta tra il XIII- XIV secolo. La Cappella della Madonna che risale al XII secolo venne costruita sul posto dove prima sorgeva una chiesa molto antecedente che venne distrutta da un rogo nel 1884 questa era la “ Chiesa vecchia”, costruita a detta della tradizione da Giuseppe di Arimatea. Una leggenda riporta che Giuseppe di Arimatea arrivò a Glastonbury fondandovi una chiesa mentre un’altra leggenda riporta che Giuseppe sbarco da una barca nei pressi della collina di Wearyall appoggiandosi col bastone per pregare il quale mise subito radici da cui nacque il Glastonbury Thorn, il “ biancospino di Glastonbury”  che ad oggi fiorisce nel periodo di Pasqua e Natale sul terreno dell’abbazia e di fronte alla chiesa di S. Giovanni. Ma il mistero più famoso che interessa la località è senz'altro la storia del corpo di Re Artù che sembra venne seppellito sotto l'abbazia per riposare fino a che i tempi fossero stati maturi per un suo ritorno. Anche se i monaci asseriscano di aver già ritrovato i corpi del re e anche di Ginevra sua moglie nel 1990 sussistono ancora molti dubbi sulla veridicità dell'annuncio anche solo pensando a quanto già istituzioni religiose cattoliche e non abbiano usato leggende e miti dei luoghi dove si posizionavano per ottenere fede e soprattutto denaro.

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Recenti testimonianze riportano al contrario che Re Artù venne seppellito presso Bridgend situato nel galles del Sud dopo l'ultima sua battaglia avvenuta a Camlann, da dove venne trasportato nella mistica isola di Avalon: il Re ordinò a Sir Bedivere di liberarsi della magica spada Excalibur e che quando il cavaliere lo fece gettandola nel lago, dalle sue acque ne emerse una mano che l'afferrò al volo e la immerse nelle acque placide facendola scomparire per sempre. Secondo le ipotesi della gente che abita i posti in questione e di alcuni ricercatori minori, sembrerebbe che quel famoso lago sarebbe lo stagno poi prosciugato di Pamparles Bridge vicino a Glastonbury mentre la tomba di Artù sarebbe stata scoperta successivamente al fatto riportato su un bardo gallese che conosceva le indicazioni del luogo di sepoltura lo ebbe detto al re Enrico II il quale informò l'abate di Glastonbury che dopo l'incendio all'abazia avvenuto nel 1884 cercarono la tomba. A due metri di profondità ritrovarono una lastra di pietra con una croce di piombo e una scritta che diceva "Hic iacet sepultus inclitus rex arturius in insula avalonia “ ( qui giace sepolto il rinomato re Artù nell’isola di Avalon ). Dentro la tomba venne ritrovata una bara ricavata da un tronco di albero che conteneva le ossa di un uomo con un altezza intorno ai due metri e mezzo avente il cranio rotto oltre a piccole altre ossa che vennero poi riconosciute appartenenti a Ginevra grazie ad alcune ciocche di capelli. Nonostante un archeologo di nome Ralegh Radford nel 1962 attestò che non si potevano avere prove certe che quella fosse la tomba di Rer Artù il punto venne comunque contrassegnato come la tomba ufficiale del Re  dove vennero risotterrate le ossa rinvenute  nel lontano 1278 in una tomba dal marmo nero posta di fronte all'altare maggiore. Nel medioevo i monaci eressero una chiesa in cima alla Tor che venne però distrutta da un terremoto, forse segno che le divinità del luogo non gradivano la mancanza di rispetto dei religiosi riguardo le antiche tradizioni: della costruzione rimane solo un campanile che svetta sulla collina. Come al solito le mire dei frati era di convertire i pagani del posto costruendo un luogo di culto cristiano sopra le vestigia pagane dove sempre secondo ciò che il mito riporta, si poteva avere accesso al regno comandato dal re delle fate Gwyn ap Nudd. Tra i tanti misteri che rendono affascinate Glastonbury c’è anche un antico pozzo situato alla base della collina di Tor, le cui acque sorgive imitano con il loro suono il battito del cuore inoltre, contenendo ossido di ferro, possiedono una colorazione rossa per questo il pozzo è detto Fonte del Sangue anche se il suo nome più famoso è Chalice Well perché secondo la tradizione, il Santo Graal venne nascosto proprio qui. Una scrittrice inglese, Katharine Maltwood sollevò un’ondata di controversie nel 1929 pubblicando il suo libro “ Il tempio delle stelle di Glastonbury” dove affermava di aver scoperto un gruppo di enormi figure distribuite nella campagna del Somerset a sud di glastonbury. Delineate dai contorni naturali di fiumi, sentieri, strade, colline, fossati e terrapieni, queste figure rappresentavano i dodici segni dello zodiaco che si estendono su un paesaggio occupando un cerchio largo sedici chilometri che rappresenterebbe una raccolta di astrologia, leggende arturiane e filosofia della nuova era.


Il gigante di Trevegean

"Il Villaggio della Tomba del Gigante" questo è il significato del nome del microscopico villaggio vicino a Land's End, la punta estrema della Cornovaglia. A conferma di questa fama nel diciasettesimo secolo venne rinvenuta una tomba con enormi ossa umane al suo interno. In una galleria sotterranea vennero ritrovate enormi ossa che ne confermano l'etimologia: il gigante del villaggio era un uomo immenso con le braccia tanto lunghe che poteva agguantare i marinai dalle imbarcazioni che transitavano al largo di Land's End per adagiarli sugli scogli di Longships. Egli mangiava tutti i giorni un bambino dopo averlo cotto su una grande pietra piatta che si trovava vicino alla sua caverna.

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