I forti terremoti che hanno colpito l’Emilia sono stati caratterizzati da diffusi fenomeni di “liquefazione” dei terreni che hanno portato morte e distruzione nella vita degli emiliani. C'era da aspettarselo vista la configurazione del territorio della Pianura Padana e il forte terremoto che l'ha colpita il 20 maggio 2012, e che aveva già dato avvisaglie nei giorni precedenti.
Il fenomeno della liquefazione del terreno consiste nella perdita di resistenza di terreni saturi d’acqua sottoposti a sollecitazioni sismiche, in conseguenza delle quali i depositi terrosi raggiungono una condizione di fluidità pari a quella di una massa viscosa a causa delle fortissime pressioni dell’acqua nei pori.
La Pianura Padana è formata da strati di vari materiali di origine alluvionale, depositati nei millenni dai fiume che l'attraversano, e l'hanno resa feconda per quanto riguarda l'agricoltura ma essi hanno anche un lato meno felice e sicuro: l'instabilità in caso di forti terremoti.
Quando un terremoto di magnitudo importante colpisce queste terre quello che si verificherà è noto a tutti gli studiosi, cioè una vera e proria liquefazione del terreno sottostante che cercherà di uscire dalle fratture originate dal sisma. In sostanza la terra si trova a espellere ed eruttare sé stessa, ecco il perché di tutti quei fenomeni di “spurgo” di sabbia.
La sabbia liquefatta non si limita a far perdere di consistenza il terreno, la pressione del sisma la spinge anche verso l’alto e la fa spruzzare fuori dal terreno come da una fontana. I geologi chiamano questo fenomeno “vulcanelli” e molte delle vittime del sisma hanno raccontato la terrificante sensazione di venir catapultati all’improvviso dalla terraferma a una condizione liquida, infatti il materiale terroso che risale dalle viscere, apre nel frattempo delle voragini profonde che risucchiano dentro di sé il terreno superficiale. In queste situazionioni anche le costruzioni più solide non hanno scampo e finiscono per essere abbattute dal sisma, poiché se la base non ha più solidità, tutto il resto del palazzo crollerà.
La sabbia della Pianura Padana era già finita sotto accusa, infatti la sua morbidezza amplifica fino a 7-8 volte la violenza delle onde sismiche rispetto alla roccia compatta (anche se una volta si tendeva ad asserire l'esatto contrario), ma ora che i segni della liquefazione si moltiplicano sulla superficie Modenese, per gli ingegneri chiamati a progettare in zone a rischio sismico si apre un nuovo ordine di problemi, cioè riuscire a mettere in sicurezza migliaia di costruzioni che potrebbero crollare, nonostante siano state costruite “a norma di legge” su una zona che si pensava tutto sommato tranquilla.