I Simboli Maya
L'ALBERO SACRO
I tre livelli dell'universo Maya erano uniti tra loro da un albero centrale, un axis mundi, le cui radici affondavano negli inferi e i rami svettavano nel cielo sfiorando il sopramondo: questo albero era associato al colore verde mentre i quattro alberi che lo attorniavano al livello del mondo di mezzo, a significare i punti cardinali, erano contrassegnati in rosso, bianco, nero e giallo.
L'albero rosso rappresentava l'Est e il Sole nascente; il bianco puntava a Nord, al punto degli antenati defunti; il giallo marcava il Sud e il sole allo zenith; il nero a ponente, il tramonto e gli inferi.
DEA IXCHEL
IXCHEL: Sposa di Itzamna, é la dea della luna e delle inondazioni devastatrici. E' credenza universale che la luna regoli il ritmo ciclico della vita, le maree e i maremoti, per fertilizzare la terra. Per questo motivo, nei rituali maya relativi alla fertilità, sia maschile che femminile, è alla luna che si invocano la potenza sessuale e la capacità di procreare. La dea lunare riunisce in sé vari significati: quando è giovane rappresenta la medicina ed il parto e da vecchia, invece, la terra, la vegetazione, e la tessitura.
DIO AH CHICUM EK
AH CHICUM EK: E' stato identificato come "la stella guida". E' sempre raffigurato con il naso camuso e degli strani segni neri sulla testa. Ha soltanto un glifo onomastico, simile alla testa di una scimmia. Il suo glifo viene usato anche per indicare la direzione nord, confermando così la sua associazione con la stella polare. Si dice che i mercanti offrissero a questo dio incenso su altari lungo la strada. Era benigno e si trova associato al dio della pioggia; probabilmente era il patrono del giorno Chuen.
DIO AH PUCH
AH-PUCH: Dio della morte rappresentato come uno scheletro, spesso in compagnia del dio della guerra. Il dio della morte viene associato alla notte e alla malattia; esso risiede nello strato più profondo del mondo sotterraneo, dove giungono gli spiriti della maggior parte dei defunti. Tuttavia la terra è il luogo dove sboccia la vita e ciò sta a significare che la morte altro non è se non il complemento dialettico della vita, per cui la divinità relativa ad essa viene raffigurata anche con tratti tipici dei vivi.
DIO BULUC CHABTAN
BULUC CHABTAN : Questo era il Dio della guerra e dei sacrifici umani, il cui segno è una mano che afferra. A volte appare in compagnia del dio Yum Cimil in scene di sacrificio umano, spesso è raffigurato nell'atto di bruciare case con una torcia in mano e di demolirle con una lancia nell'altra.
DIO CHACC
CHAAC: il dio Chaac é una delle molte divinità antropomorfe derivanti dal drago. Viene menzionato come manifestazione dell'acqua, della pioggia,dei laghi, dei fiumi e del mare. Divinità maya della pioggia, a volte anche associato con la morte. E' il dispensatore della pioggia feconda, il dio del lampo con l'ascia protettore del dio del mais minacciato di morte dal dio della siccità. Talvolta nelle rappresentazioni sotto i suoi occhi si vedono tracce di lacrime, interpretate come simbolo della pioggia da lui versata. Per il comune contadino maya, Chaac era il dio più importante, ed il suo intervento amichevole era invocato più spesso di quello di tutti gli altri dei messi insieme. Questo dio era collegato al numero 13.
IL DIO DEL MAIS
IL DIO DEL MAIS: Il dio del mais è il signore del glifo numero otto e il suo glifo è associato a quello del giorno kan; spesso viene associato alla Terra e agli uccelli che si cibano di granoturco, quali il corvo. Il mais è la pianta per eccellenza, poiché costituisce un alimento basilare per l'umanità, il che giustificherebbe la raffigurazione di questa divinità con forma umana e senza attributi zoomorfi.
DIO EK CHUAH
EK CHUAH: Ha un grande labbro inferiore cascante di solito dipinto di nero ed il suo glifo onomastico è un occhio cerchiato di nero. Questo dio era identificato comunemente come la nera divinità dei mercanti. Appare con un fagotto di mercanzia sulla schiena, come un merciaio ambulante, e in un luogo è raffigurato con la testa di Ah Chicum Ek, dio della stella polare e guida dei mercanti. Era anche il patrono del cacao, uno dei principali prodotti trattati dai mercanti maya. Chi possedeva piantagioni di cacao faceva una cerimonia in suo onore nel mese di Muan.
DIO ITZAMNA
ITZAMNA:Il dio supremo dei Maya è essenzialmente celeste, ma il concetto che c'è alla base della loro religione è l'armonia degli opposti, per cui questa entità riunisce in sé le grandi antitesi cosmiche, rappresentate da simboli animali che incarnano per eccellenza le forze contrarie. La sintesi poi si arricchisce degli attributi di altri animali considerati sacri, quali il giaguaro, il caimano e il cervo. Il dio è solitamente rappresentato come un vecchio canuto, saggio signore dei tempi primordiali e maestro della scienza.
GLI EROI GEMELLI
Un gran numero di divinità e figure appaiono in coppia (esattamente come nella tradizione induista nei chakras, o in civiltà e culture africane) o in triade nell'arte e nelle leggende Maya. Tra questi i più celebri furono gli eroi gemelli Hunahpu e Xbalanque, di cui si narrano le imprese nel POPOL VUH: esperti nel gioco della palla i gemelli vengono inviati dai Signori di Xibalba, gli dei degli inferi, a dimostrare la propria abilità. Superata una serie di prove ardue riescono infine a sconfiggere gli sfidanti; nell'ultimo confronto compiono una serie di miracoli restituendo la vita ai defunti, allora gli inferi, chiedono di essere sacrificati così da potere a loro volta essere riportati in vita. I gemelli accondiscendono ma dimenticano di risuscitarli!
IL DIO BUFFONE
Divinità dal nome intrigante, il dio buffone ha ben poco a che fare con i sollazzi di corte: la designazione deriva dalla rassomiglianza tra la forma della sua fronte e il cappello a tre punte dei giullari medievali. Un simile profilo era quasi certamente un segno di regalità trasferito poi sulla corona a tre punte che ornava il capo dei sovrani nel periodo pre classico: più tardi il dio prese l'aspetto di uno squalo e cominciò a comparire come ornamento in giada delle teste regali. Questa pietra era il minerale più prezioso dei maya, che la identificavano con l'acqua, il cielo e le piante.
IL GIAGUARO
Figura centrale del simbolismo zoomorfico dei maya, il giaguaro-- sovrano della foresta tropicale – fu tra le bestie più venerate nell'America antica, associato a varie divinità; il dio giaguaro degli inferi, era spesso ritratto mentre cavalca un grosso caimano, da Ovest a Est.
Appariva anche tra i motivi prediletti sugli scudi dei guerrieri maya, probabilmente perché era considerato un dio della guerra; le associazioni simboliche legate al suo cucciolo, il giaguaro infante, erano ugualmente sinistre, dal momento che il più delle volte lo si vedeva accompagnato da Chank il dio della pioggia e del lampo sulla scena di danza sacrificali, a volte prendendo parte a questo macabro rituale nella forma del giaguaro ninfea, cosiddetto per via dei boccioli o delle foglie di loto che gli spuntano dal capo.
IL SACRO COSMO
Per i Maya l'universo era un complesso vivente, dotato di poteri spirituali e di forza simbolica: tutti i fenomeni naturali, gli esseri soprannaturali e le creature umane avevano la propria parte da recitare nel grandioso rituale cosmico. Questa interdipendenza avveniva secondo una struttura tripartitica, formata dal sopramondo, il mondo mediano e quello infero (esattamente come quello Celta). Il primo corrispondeva molto probabilmente al cielo diurno, illuminato dal Sole mentre il cielo di notte si identificava con gli inferi, i quali con tutta evidenza passavano quotidianamente al di sopra degli uomini. I Maya leggevano nel moto dei corpi celesti le azioni degli Dei; nel mondo mediano quello degli uomini ciascuno dei quattro punti cardinali era designato da una pianta un uccello e un colore specifico.
IL SERPENTE
Svariati mostri e bestie delle selve locali finirono per popolare la cosmologia maya: la figura del serpente rampante era centrale nelle cerimonie rituali specie nelle mutilazioni del pene e della lingua. In certe figure il rettile che si leva a spirale sputa dalle fauci dei e avi, spesso i serpenti apparivano bicefali con una testa ad ogni estremità del corpo liscio o piumato, potevano anche esibire un lungo becco o una lunga barba.
IL SOLE
I maya tributavano un culto speciale al Sole, associandolo ai più potenti tra i loro dei, e ad alcune venerate figure animali, come il Giaguaro e l'Aquila. Il simbolo del Sole era un fiore a quattro petali, detto kin, che appunto significa sole; questo motivo impresso sulla fronte della principale divinità solare, Kinich Ahau, rappresenta la carica reale, riunendo in sé sovranità e solarità.
ITZAMNAAJ E GLI DEI ANTICHI
Alla fine del XIX secolo, lo studioso Paul Schellas identificò un certo numero di dei che popolavano l'orizzonte immaginario dei maya e li designò ciascuno con una lettera dell'alfabeto latino. Di particolare importanza delle divinità sdentate regnavano sopra Xibalba il regno degli inferi: gli dei D,L e N: il dio D con il nome glifico di Itzamnaaj (casa della lucertola) aveva il volto di un vecchio con gli occhi quadrati, le pupille a spirale e un disco in fronte. Nume di grandissimo prestigio, era spesso rappresentato mentre faceva valere la sua autorità su divinità minori, anche associato all'uccello celeste. Il dio L a volte ritratto con occhi quadrati si riconosceva da un copricapo in foggia di uccello muan.
LA CREAZIONE
Ossessionati dalla nozione del tempo e dai calendari i Maya furono assai precisi nell'indicare la data della Creazione del Mondo, la cui ultima versione risalirebbe, secondo loro, al 13 agosto del 3114 a.C. Credevano infatti che il mondo fosse stato creato e distrutto almeno tre volte; il più importante testo sacro di questa civiltà che ci sia rimasto, il POPOL VUH, racconta che la creazione ebbe luogo attraverso un dialogo tra gli dei Tepeu e Gukumatz, nel corso del quale la Terra fu fatta emergere dalle acque del mare primordiale. Falliti i tentativi di plasmare le figure umane dal legno o dall'argilla, gli dei crearono gli uomini con il granoturco, che divenne così per i Maya un cereale sacro.
LA LUNA
Nella cosmologia dei maya il Sole era associato al principio maschile, la Luna a quello femminile; nel periodo classico, la Luna, veniva rappresentata da una bellissima dea, seduta sull'astro crescente con un coniglio in grembo. Questo animale aveva un profondo legame con la luna, specie con quella piena, dal momento che dai suoi crateri sembrava apparire la sua sagoma: una leggenda ancora viva narra che la Luna vedesse diminuita la propria luminosità dopo una lite con il suo sposo Sole, durante la quale perse un occhio.
LA TERRA
Metafora comune per la Terra nel bestiario maya fu il caimano, che evoca l'immagine di una regione montuosa affiorante dalle acque primordiali: le varie componenti terrestri e la Terra stessa possedevano un'intensa forza spirituale. La Terra era spesso rappresentata attraverso un campo di granturco la cui crescita rappresentava la vita del popolo maya.
PAUAHTUN
Tra le più complesse figure del pantheon maya si ascrive Pauahtun, figura quadripartita di un portatore del cielo che a volte appare nel guscio di una conchiglia, altre su un carapace di tartaruga o preso in una ragnatela: rappresentato sempre con un copricapo a reticella, egli era tra l'altro il dio del tuono e delle montagne, mentre la sua forma antica era associata alle scimmie scrivane, dunque all'arte della scrittura. Nella definizione delle entità maya di schells, corrisponde al dio N.
VENERE
Le connotazioni erotiche attribuite a questo pianeta nelle culture occidentali erano del tutto estranee alla visione dei maya, da loro assunto invece come una divinità maschile. Nelle loro ricognizioni astronomiche tennero ben distinte le due fasi in cui Venere appariva come stella del mattino o della sera, e le guerre combattute durante il periodo classico furono spesso decise in coincidenza con certi giorni del ciclo di questo pianeta. Hunahpu godeva di un doppio legame con il sole e venere analogamente a una delle potenti divinità della triade di Palenque.